L'ortocheratologia (od ortho-k) è una particolare tecnica che consente l'eliminazione, riduzione o variazione di un difetto visivo tramite l'applicazione notturna di lenti a contatto rigide gas permeabili che permettono il miglioramento della vista già dal primo giorno di utilizzo. Questo sistema può rappresentare una valida alternativa al trattamento chirurgico, presenta tuttavia alcuni limiti e svantaggi che illustreremo in seguito.
La base dell'ortocheratologia è stata gettata negli anni '60, ma solo negli anni '90 si diffuse significativamente: fondamentale è l'utilizzo di lenti realizzate in maniera personalizzata per ogni portatore dotate di una specifica conformazione definita a “geometria inversa” che permette una correzione temporanea del difetto visivo del soggetto.
Grazie a questa tecnica si è in grado di correggere ametropie di diverso tipo quali miopia, ipermetropia e astigmatismo; attualmente però il principale impiego dell'ortocheratologia è proprio la diminuzione o completa correzione della miopia. In alcuni casi specifici può essere utilizzata anche per la compensazione della presbiopia o per il controllo della progressione miopica in bambini e adolescenti. Tuttavia, è bene precisare che non tutti gli utenti possono ricorrere all'uso di lenti ortocheratologiche, la decisione spetta al medico oculista affiancato dai professionisti della visione quali contattologo e optometrista.
Il funzionamento di queste particolari lenti è quello di modificare temporaneamente la forma della superficie corneale, primo mezzo refrattivo, che risulta alterata nei portatori di difetti visivi. Al contrario delle normali lenti a contatto, che hanno l'obiettivo di seguire al meglio la forma della cornea, le lenti ortocheratologiche hanno lo scopo di modificare la forma corneale grazie alla pressione esercitata dalla lente rigida. Una volta tolta, dopo l'utilizzo notturno, lascia una sorta di impronta sulla superficie corneale, modellandola a seconda delle esigenze specifiche di ogni portatore. Fondamentale è ricordare che, andando a modellare solo la superficie corneale, la variazione è solo temporanea.
Visto che ogni lente ortocheratologica è studiata nei minimi dettagli è necessario raccogliere diverse misurazioni specifiche del portatore che sono rilevabili grazie a una topografia corneale: mappa topografica della superficie corneale che mostra nel dettaglio la forma e la curvatura della cornea fornendo così informazioni fondamentali per la realizzazione di queste specifiche lenti. È fondamentale però assicurarsi prima della salute oculare grazie a una visita dal medico oculista.
Dopo la prima notte di utilizzo delle lenti ortocheratologiche si richiede un nuovo controllo dal professionista della visione e una nuova topografia per valutare l'effetto che si ha avuto e, se necessario, modificare i parametri della lente per migliorarne l'effetto finale. Una volta individuata la lente definitiva saranno necessari dei controlli periodici per verificare costantemente lo stato di salute degli occhi, l'integrità delle lenti e l'effetto del trattamento.
Ovviamente, essendo il trattamento temporaneo, si richiede l'utilizzo delle lenti tutte le notti per avere risultati apprezzabili e stabili. Inoltre, l'efficacia dell'ortocheratologia può variare dipendentemente da diversi fattori.
In primis, la gravità del difetto refrattivo che si necessita di correggere: più il difetto visivo è elevato, più è difficile avere un risultato valido. Di norma, si considerano situazioni utili per valutare questa tecnologia miopie fino alle 4-5 diottrie, astigmatismi fino alle 1,5-3 diottrie e ipermetropie fino alle 2-3 diottrie.
Da tenere sempre in considerazione è anche la qualità e quantità del film lacrimale e la rigidità della cornea, che più è rigida più necessita di tempo per ottenere i miglioramenti voluti.
In conclusione, è sempre fondamentale affidarsi a un professionista della visione per approfondire l'argomento e poter valutare insieme la possibilità di esecuzione del trattamento.